I NOSTRI PACKAGING, UNA SFIDA DI SOSTENIBILITÀ

Chi come noi vive con il mare, sa quanto sia essenziale tutelare l’ambiente e pensare al futuro già nel presente.

Per questo stiamo lavorando per migliorare sempre più i nostri imballaggi, con un obiettivo di sostenibilità ambizioso: raggiungere una quota di riciclabilità del 90% entro il 2025. Per prodotti sottovuoto e che si conservano al banco frigo è una percentuale molto alta.

A che punto siamo

A pochi mesi dalla nascita di Fumara, abbiamo utilizzato carta certificata FSC proveniente da fonti gestite responsabilmente. Il livello di riciclabilità è passato nel 2021 da B ad A (+10%).

La prossima tappa riguarderà l’utilizzo dei film specifici per i sottovuoti: il futuro ci vedrà utilizzare film riciclabili con percentuali che andranno dal 73% al 79% e già dai primi test possiamo confermare che il passaggio non pregiudicherà la sicurezza del prodotto.

Come si calcola la riciclabilità?

La % di riciclabilità dei nostri imballi è stata calcolata impiegando i seguenti criteri:

  • Imballaggi che dispongono di infrastrutture sul territorio nazionale in grado di riciclarli completamente realizzando granuli di materia plastica di seconda vita e che permettono di arrivare a dichiarare Zero Waste: riciclabilità 100%.
  • Per gli imballaggi destinati alla termovalorizzazione dove non si effettua alcun recupero di materia: riciclabilità 0%.
  • Per tutti gli imballaggi dove si recupera solo una frazione del materiale, sarà considerata la percentuale in peso sull’unità di vendita che sarà avviata al riciclo meccanico secondo la norma UNI EN 13430:2005.

Cosa significa packaging sostenibile?

Si intende un packaging che è:

  1. progettato considerando la gestione delle materie prime non rinnovabili,
  2. prodotto mediante processi ottimizzati per quanto riguarda sfruttamento delle risorse ed emissioni,
  3. valorizzato a fine vita perché sia possibile trasformarlo in nuova risorsa.

Un imballaggio viene definito riciclabile quando può essere sottratto dal flusso dei rifiuti indifferenziati (Plasmi in Italia) per poter essere raccolto, trattato e trasformato in materia prima secondaria.

Perché non utilizzare materiale compostabile?

Al momento non ci sono soluzioni che possano garantire le stesse prestazioni funzionali dei materiali in uso presso Foodlab, tuttavia stiamo monitorando sia lo sviluppo di materiali biobased per avviare poi le sperimentazioni e le possibili sostituzioni, sia l’implementazione dei sistemi di raccolta dedicati al riciclo organico, dato che attualmente molti imballi realizzati con materiali biodegradabili e compostabili rischiano comunque di essere destinati alla termovalorizzazione.

Molti impianti sono infatti organizzati per gestire operativamente soltanto gli scarti alimentari, non i rifiuti di imballaggio.